Motivazione. L’insieme delle forze, dei fattori, dei fenomeni interni a un individuo che concorrono a indirizzare le sue azioni, il suo comportamento.

Questa definizione del vocabolario della lingua italiana individua la funzione della motivazione nell’essere il fondamento dell’agire umano e, indirettamente, ne evidenzia anche una importante componente, quella cognitiva, dato che ogni azione umana ha il suo necessario pressuposto in un pensiero.

Ma la motivazione può essere vista come un arma a doppio taglio ? Come mai il processo mentale dello sviluppo di una motivazione può essere a volte insufficiente a garantire una riuscita ? Come mai tante persone che sembrano motivate a perseguire determinati obiettivi o intenti alla lunga desistono ?

Per cercare una risposta possiamo guardare al modo in cui una motivazione può essere sviluppata, cioè alla natura dei fattori – esterni o interni, che la costituiscono. Nel primo caso abbiamo una motivazione estrinseca o esterna che è la forma più conosciuta e, purtroppo – per i motivi che vedremo in seguito, è anche il modello sul quale fa leva la società in cui viviamo.

Partiamo da un semplice esempio, quello di un corridore: se chi corre, decide di farlo per un incentivo che può essere il mantenimento della forma fisica o, nel caso di un professionista, il denaro o il prestigio che deriva dal vincere una competizione, allora abbiamo a che fare con una motivazione di questo tipo.
In tal caso la base della spinta ad agire e sopportare un impegno è fornita da qualcosa situato all’esterno dell’individuo; anche una volontà o autorità esterna oppure la paura possono essere fattori che alimentano una motivazione esterna.

Questo tipo di motivazione fornisce una “spinta” fintanto che la ricompensa è allettante, oppure quando le condizioni di un impegno o di una azione sono facili, mentre diminuisce sensibilmente quando le difficoltà aumentano.
Inoltre, essa tende a generare stress, limita il rendimento al minimo indispensabile, è distruttiva per la creatività e comporta, nel lungo termine, dei cali di rendimento.

Allora cosa fare ? E’ possibile costruire una motivazione che sia più solida e stabile nel tempo e soprattutto più centrata su se stessi ? Studi e ricerche sembrano indicare la risposta nello sviluppo di una motivazione intrinseca, fondata sui valori della persona e per questo detta anche automotivazione.

Una delle caratteristiche peculiari della motivazione intrinseca è proprio il suo legame con i valori da cui una persona trae ispirazione e guida; la motivazione deve però abbracciare anche le azioni, perciò è importante credere in ciò che si fa. Tornando all’esempio del corridore, la sua motivazione può diventare intrinseca se il focus viene spostato, ad esempio, sul piacere di farcela, di superare i propri limiti.

Sebbene non sia possibile generalizzare troppo, alcuni esempi di fattori alla base dell’automotivazione sono:

  • amor proprio e di altri
  • mettere alla prova i propri limiti, scoprire se stessi
  • padroneggiare il proprio corpo e le proprie risorse cognitive ed emotive
  • sentirsi capaci e competenti (autoefficacia)
  • senso di conquista e di responsabilità verso la propria vita
  • passione, interesse e coinvolgimento verso qualcosa

Quando sviluppiamo una motivazione di questo tipo finiamo per assecondare una spinta evolutiva molto profonda; questo spiega anche il perchè una motivazione del genere rende le persone più resilienti ed è molto più forte e duratura di una basata prevalentemente su fattori esterni.

Essa, infatti, finisce per innescare un circuito virtuoso, nel senso che alimenta l’impegno il quale, a sua volta, alimenta la bravura, il senso di competenza o di autoefficacia, il che produce emozioni positive, cioè un piacere che stimola livelli più elevati di impegno, e così via; ovviamente sempre partendo dalla consapevolezza del continuo sviluppo dei progressi.

Anche se non è possibile fare una distinzione netta ed assoluta, nel senso che in una motivazione possono in realtà confluire sia fattori interni che esterni, riuscire a dare una prevalenza ai primi rispetto ai secondi sembra offrire più garanzie di stabilità e di durata che non sono certamente da sottovalutare quando le difficoltà sono numerose oppure nel caso di un impegno a lungo termine.

Come sviluppare una automotivazione è una domanda che postula una risposta individuale e richiede un approccio sincero di conoscenza di se stessi.
Soltanto attraverso questa un individuo potrà conoscere quali sono i valori che lo ispirano e le idee, le passioni e i principi che lo animano e scegliere, perciò, di includerli alla base di una solida motivazione da porre a fondamento del suo impegno e delle sue azioni.


Antonio Cecere
, Organizer Coach accreditato AICP.

Dal 2011 supporto personalmente piccoli e medi imprenditori, manager, sales account che vogliono sfruttare meglio le proprie risorse e motivazioni personali, umane e manageriali, canalizzandole in obiettivi gratificanti e autorealizzanti. Ho lavorato con successo anche con persone e professionisti per un cambio o sviluppo della carriera. Sono scelto da chi ama  l’idea di mettere in equilibrio gli aspetti  evolutivi del proprio carattere con la propria capacità di auto-organizzarsi e progettare pragmaticamente.

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