Innovare significa creare un cambiamento per migliorare uno stato di cose esistente. Per poterlo fare è necessario scardinare le nostre resistenze interne.
L’innovazione è un tema che coinvolge tutti e la sua percezione è cambiata nel giro di pochi anni. Le recenti ricerche del Boston Consulting Group* rivelano che l’80% dei manager considera l’innovazione una priorità.
Tuttavia, essere capaci di innovare non vuol dire trovare delle risorse da investire, non solo almeno, ma saper comprendere e superare gli ostacoli interiori, come la paura. Temiamo di sottrarre del tempo all’operatività quotidiana, quel ripetersi di azioni che mantengono l’ordine delle cose e ci trasmettono una sicurezza illusoria.
La paura di fallire e un’istintiva resistenza al cambiamento sono solo due dei principali demoni che soffocano la capacità di innovare di aziende e persone. Ma non deve essere così per forza. Possiamo superare i nostri ostacoli.
Innovare vuol dire essere il cambiamento
L’innovazione è fonte di incertezza, perché è l’essenza del cambiamento; ci mette di fronte all’ignoto e ci “costringe” a uscire dalla nostra zona di comfort. Proprio per questo, non è detto che ogni innovazione, almeno all’inizio, sia ben voluta.
Anzi, si potrebbe dire che se l’innovazione è ben vista non è vera innovazione, ma un cambiamento di forma, che interessa qualcosa di già noto e applicato. Nulla di sbagliato, ma confonderla per innovazione può essere illusorio e fuorviante.
Chi vuole percorrere la strada dell’innovazione deve imparare a confrontarsi con l’ignoto ogni giorno. Deve essere disposto a mettersi in gioco e pronto ad affrontare, con pensiero critico, tutto ciò che non conosce.
È proprio in questi momenti che la paura manifesta la sua presenza, spesso sotto forma di giustificazioni che appagano il bisogno inconscio di restare nel nostro mondo “conosciuto”. In questo articolo trovi un elenco di frasi realmente usate dai manager per giustificarsi. Può esserti utile dargli un’occhiata, qualcuna potrebbe suonarti familiare: la paura dell’ignoranza.
La paura come alleata del cambiamento
Dunque, l’ignoranza, ovvero ciò che non conosciamo, può indurci alla paura, ma c’è un aspetto ancora più importante: l’interpretazione, anche inconscia, della paura stessa.
La nostra percezione della paura è un pregiudizio automatico, che la ingigantisce e la trasforma in un nemico da cui fuggire o da combattere a tutti i costi. Ma siamo proprio sicuri che la paura sia un nemico e non sia possibile agire, nonostante la sua presenza? E se fosse possibile trasformarla in un alleato dell’innovazione e del cambiamento?
Un aspetto interessante da osservare nella paura è il paradosso che ci offre: il fattore di sopravvivenza, che è connaturato alla paura di fallire, o di scomparire, può essere uno stimolo a innovare, sia per le aziende che per interi contesti geografici.
In alcuni paesi, come Israele, dove la paura legata alla sopravvivenza era molto diffusa, il tasso di innovazione è risultato superiore a quello di altri paesi. La Apple è riuscita nel tempo ad affermare il suo brand in un settore caratterizzato da una concorrenza spietata, grazie a una continua opera di innovazione.
Questi esempi offrono uno spunto per iniziare a considerare il fenomeno della paura in modo diverso. Ci aiutano a uscire dai consueti e reattivi schemi di stimolo-risposta, che non portano a nulla di positivo nel lungo termine.
Come usiamo il nostro cervello?
Lo psicologo e scrittore statunitense Daniel Goleman afferma che siamo portati a usare la mente in una modalità chiamata “di concentrazione”, ovvero a concentrare l’attenzione su:
- obiettivi da raggiungere;
- prestazioni da offrire,
- efficienza e qualità da rispettare.
Tutti aspetti importanti che non avremmo mai l’ardire di mettere in discussione.
Tuttavia, questa modalità di funzionamento del cervello è normalmente attivata dall’ansia, nelle sue varie forme: ansia di sbagliare, ansia di non essere all’altezza, ecc. Siamo confinati all’interno di uno spazio mentale che appare confortevole. In realtà, blocca la capacità di innovare e tarpa le ali alla nostra capacità di superare ciò che è noto e familiare.
La consapevolezza della paura è un primo passo importante per uscirne. Accogliere la paura con curiosità, come una possibile risorsa, può permetterci di iniziare a vedere oltre, di distaccarci da ciò a cui diamo attenzione.
Così possiamo attivare altre risorse, quelle che ci permettono di esplorare l’ignoto e allenare una mente più flessibile, aperta, creativa e portata all’innovazione.
Innovare per crescere: come trasformare la paura in forza di volontà?
Per rispondere a questa domanda ci aiutano S. Covey e B. Whitman, consulenti americani con uno straordinario storico alle spalle.
Nella loro opera – Risultati certi in tempi di incertezza – offrono una serie di indicazioni relative al contesto aziendale, che possono far riflettere anche chi lavora e coopera come libero professionista:
- La paura è una reazione emotiva, per cui il lavoro ora è cambiato: siete gestori di sentimenti altrui.
- Se volete veramente aiutare la gente, non dovete agire sul comportamento delle persone ma sui loro paradigmi.
- Uno dei primi paradigmi dovuti alla recessione è che non si può esercitare un’influenza su ciò che accade.
- La “disperazione acquisita” è una condizione per la quale l’individuo si percepisce impotente anche quando ha la capacità di modificare la situazione.
- Occorre quindi utilizzare le proprie energie per agire all’interno della sfera d’influenza e non nella sfera del coinvolgimento.
- Ogni volta che pensiamo che il problema è “la fuori”, questo modo di pensare è il vero problema.
- Adottate un paradigma di “era della conoscenza”. Abbandonate i vetusti schemi industriali (supervisione, gerarchia ecc.) in luogo di un’economia della conoscenza. Rendete le persone consapevoli ed informate, e la paura si trasformerà in azione.
- Sviluppate fiducia. La fiducia è la forma più alta di motivazione individuale.
- Assegnate e fate convogliare le persone in una missione importante. Quando alle persone viene affidata una missione importante, vincono la paura.
- Chiediti quali procedure, sistemi o processi sono un retaggio dell’era industriale e avvia un processo di cambiamento e innovazione volto ad entrare nell’era della conoscenza.
Se vuoi vincere questa sfida ed accelerare un processo di cambiamento ed innovazione, è necessario trasformare l’intenzione in azione. Contattami, Posso aiutarti a farlo.
(Articolo aggiornato il 02/04/2020)
*(fonte)