Nel “Vecchio Mondo” il professionista sventolava al cliente, con atteggiamento di superiorità, iscrizioni all’albo o all’ordine e certificati di aggiornamento. Aveva una poltrona presidenziale e guardava il cliente dall’alto, quest’ultimo rannicchiato su una sedia spartana e anche un pò scomoda.
Nel “Mondo Intermedio”, ovvero durante il cambiamento, il professionista iniziava a guardarsi intorno, andava a corsi di formazione dove acquisiva una serie di tecniche che però rendevano la sua comunicazione stereotipata e plastica.
Nel “Nuovo Mondo” il professionista sa accogliere e ascoltare il cliente, sa allearsi autenticamente con lui e lo sa guidare in un piano d’azione per direzionarlo verso il suo futuro desiderato.
Nel “Nuovo Mondo” il professionista, qualunque sia il suo settore di attività, è un coach umanista, allena se stesso e gli altri verso le nuove possibilità derivanti dal potenziale umano.
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