Un esempio di personal branding efficace, ovvero la creazione della nostra marca personale, è quando viene integrato con la crescita personale e professionale.

Per chiarire uno per volta i concetti coinvolti, potremmo dire che:

  • il personal branding riguarda di più la parte relativa alla comunicazione e come costruiamo la nostra notorietà;
  • la crescita personale riguarda l’evoluzione del nostro essere, che passa attraverso una maggiore consapevolezza di noi stessi, dei nostri bisogni, valori e scopi;
  • la crescita professionale è l’espansione del nostro progetto professionale complessivo, perché passa attraverso il consolidamento e il potenziamento delle nostre skill – competenze – trasversali e di settore.

Affinché il p.b. sia efficace, propongo ai miei interlocutori un approccio integrato che contempli tutte le dimensioni indicate.

Ad esempio, curare soltanto il piano della comunicazione è riduttivo: il rischio è ottenere un aspetto di facciata, incompleto e a volte edulcorato, non premiante nel medio-lungo termine.

 

Ho trovato sintonia con questo approccio in uno dei maggiori divulgatori sul personal branding in Italia, Riccardo Scandellari, in arte Skande. Il suo libro Rock’n’Blog (Mondadori Editore) non è il solito testo tecnico per chi vuole sfruttare la visibilità su Internet: è un libro che finalmente coniuga lo sviluppo del nostro brand alla crescita personale, non solo professionale.

 

Inoltre apprezzo molto l’approccio di Riccardo Scandellari perché riesce ad essere non solo essenziale e sobrio, ma anche incisivo ed efficace.

Ho avuto il piacere di sentire Skande al telefono e di porgli qualche quesito.

Antonio: Riccardo, puoi farci un esempio di personal branding ben fatto ?

Skande: Non esiste un solo modo di fare personal branding. Possiamo affermare che un progetto di personal branding è ben fatto quando raggiunge l’obiettivo. Il primo punto quindi è porsi un obiettivo specifico, curando sia la qualità sia la quantità dei contenuti.

Antonio: Se l’obiettivo fosse di essere riconosciuto autorevole nel proprio settore, su cosa dovrebbe puntare il proprio personal branding?

Skande: Sgombriamo il campo dagli approcci ingenui: niente selfie autocelebrativi. Sì invece ai contenuti focalizzati su quello che fai, su come lo faresti. La domanda da porsi è: come aiuto gli altri?

Antonio: Sappiamo quanto oggi guadagnare la fiducia e l’attenzione di un determinato pubblico sia essenziale, ma allo stesso tempo poco semplice. Tu parli spesso di questi fattori.

Skande: Verissimo. Bisogna raccontare noi stessi in particolare facendo emergere la nostra etica, il nostro pensiero, la nostra visione. In questo modo comunichiamo il nostro carattere e di conseguenza troviamo seguito in chi rileva qualche somiglianza in noi.

Antonio: Con l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più ampio, non c’è il rischio che professionisti e imprese scelgano di diffondere contenuti popolari, di più facile presa, che però alla fine rischiano soltanto di assorbire attenzione e distrarre da ciò che conta realmente per la propria crescita?

Skande: Rischio molto concreto di sentirsi dire quello che il pubblico vuole. È così dalla notte dei tempi. Però credo siano fenomeni deboli nel lungo periodo. Tra l’altro, se non si è davvero ciò che si racconta, dopo un po’ si perde di credibilità ottenendo un effetto boomerang.

Antonio: Sfogliando i social, anche quelli professionali, sembra di osservare per gran parte imprenditori, manager e professionisti che ottengono un successo dietro l’altro, sorridono sempre, non sbagliano mai. Ma questo non è l’ennesimo carburante per alimentare ulteriore ansia sociale? Quel sentimento di rincorsa verso modelli di adeguatezza dettati da altri?

Skande: Sì, è anche questo un rischio molto concreto. Inizia ad esserci una grande maggioranza di utenti che si mostra solo quando accade qualcosa di positivo, guadagnando un’occhiata sui social. Io credo invece che si diventa credibili nel proprio personal branding mostrandosi anche nelle difficoltà.

Antonio: Un suggerimento?
Skande: Ogni 50 post ammetti di aver fatto un errore. La vulnerabilità ti può rendere attraente.

 

Ringrazio Riccardo Scandellari (Skande) per la disponibilità, la professionalità e la cordialità.

 

Per approfondire il legame indissolubile tra crescita personale e professionale puoi leggere questo articolo sulle soft skill per la carriera ed il business:

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Come costruire una solida reputazione aziendale?

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Come creare fiducia negli incontri professionali?

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